Federiconi al Corriere Adriatico: «Questa Fc Vigor ci emoziona»

dscf6842Derby tra Fc Vigor e Marzocca al cospetto di quasi 900 spettatori, la vittoria rilancia le chance della squadra di Goldoni e il presidente Franco Federiconi conferma: un pubblico come quello di domenica dimostra che la città ha famedi calcio. «Prima di qualsiasi altro commento, ho un dovere al quale non posso derogare – puntualizza il presidente -. Mi sento di dire grazie ai protagonisti di questa sfida, che ha dispensato spettacolo confermando la tradizione dei derby ma anche evitandone le storture: la gara è stata combattuta ma corretta. I ragazzi hanno saputo emozionarci, il Marzocca ha fatto suo il primo tempo, noi ci siamo assicurati il secondo e abbiamo saputo sfruttare le occasioni. In passato abbiamo perso qualche partita proprio per non averlo saputo fare. Nel calcio spesso gli episodi sono decisivi e se non li pieghi a tuo favore finisci per scontarli a livello di classifica. Stavolta siamo stati bravi, ma questa è l’Fc Vigor Senigallia; o meglio: questa è sempre stata l’Fc Vigor Senigallia. Sei vittorie e sei sconfitte vi dicono che tendiamo a non accontentarci, il che può anche costar caro, ma siamo così e, viste ormai tutte le altre squadre, possiamo rimetterci incorsa». Ma c’è un altro aspetto sul quale il presidente si sofferma: «Il mio grazie va esteso al pubblico, la gente a Senigallia non si è scordata del calcio, ha fame di calcio, le tribune del Bianchelli ne hanno offerto una dimostrazione visibile». Certo, ci sono anche gli assilli: l’infortunio di Marini (interessati anche i legamenti della caviglia, ne avrà almeno per un mese) e quello di D’Errico preoccupano: «È vero – commenta Federiconi – ma domenica abbiamo ottenuto risposte importanti anche da giocatori che erano stati utilizzati meno. Significa che l’impianto di base c’è. Ci abbiamo sempre creduto, tant’è vero che nell’ultima finestra di mercato siamo stati quanto mai equilibrati: un arrivo, una partenza e basta. Continuiamo a pensare che questa sia la strada».

Articolo tratto dal Corriere Adriatico (Raoul Mancinelli)